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NATALIA: "PER L'OSPEDALE DI ANAGNI LA REGIONE NON CI ASCOLTA"

Aggiornamento: 5 mag 2021

IL COMUNE HA IMPEGNATO FONDI PER I COMMERCIANTI, LE IMPRESE E LE FAMIGLIE

La Sars-Cov2 ha cambiato radicalmente il modo di vivere di moltissime persone: eccezionale è stata la mobilitazione generale del personale medico schierato in modo massiccio con il supporto di infermieri, volontari e con l’ausilio delle forze dell’ordine ma, malgrado ciò, il quadro generale è di un grande sconforto per la perdita così massiccia di tante persone, soprattutto anziani. Daniele Natalia, sindaco di Anagni, è a capo di una comunità collaborativa, scrupolosa, solidale e tenace: interrogato sul proprio ruolo di sindaco durante l'emergenza sanitaria, Natalia ha illustrato a Il Monocolo le proprie idee, la propria strategia e alcune scelte che riguardano il futuro dell'importante Comune da lui guidato. In che modo il Comune di Anagni sta affrontando questa emergenza sanitaria?

“L’Amministrazione Comunale di Anagni sta affrontando l’emergenza sanitaria sia sotto il profilo della costante e necessaria collaborazione con le autorità sanitarie e con le forze dell’ordine, che sotto quello dei provvedimenti ad hoc presi per la nostra città. Abbiamo già liquidato la somma di 170.000 euro (ripartita in 500 euro per ogni attività) stanziata per sostenere i commercianti e le attività produttive anagnine, cui si sono aggiunti altri 47.000 euro, e proprio in questi giorni stanno arrivando le domande per una seconda tranche di questo sostegno, riservata stavolta a chi non aveva potuto usufruire del primo.

Dal punto di vista delle politiche sociali, nella fase acuta dell’epidemia, durante il lockdown primaverile, abbiamo provveduto a concedere buoni spesa ed un “reddito d’emergenza” alle categorie bisognose, nonché istituito, in collaborazione con le associazioni di volontariato, il servizio della spesa a domicilio. Altri provvedimenti sia di natura economica che sociale sono in cantiere per affrontare al meglio anche questa “seconda ondata” del coronavirus. L’emergenza va affrontata oggi cercando di garantire la ripresa economica, difendendo il settore produttivo locale e tentando di “vivere nella normalità”, consapevoli però che il virus esiste ed è un nemico subdolo e pericoloso”. Una lotta sacrosanta, quella per la ripartenza dell'ospedale di Anagni, da parte della Sua amministrazione. Per quanto, oggi molti Suoi avversari politici non perdono occasione per ricordarLe chi c'era al governo della città e al governo della Regione Lazio quando l'ospedale venne chiuso puntando il dito contro la sua "responsabilità politica". Lei, infatti, a quel tempo era vicesindaco e delegato alla Sanità pubblica. Cosa risponde a queste accuse? “Partiamo da un presupposto: ho sempre detto che la battaglia per i diritto alla salute dovrebbe essere scevra da colori politici. È una battaglia di tutti, è un diritto di tutti. Quando l’Ospedale di Anagni fu chiuso con il famoso Decreto Polverini, abbiamo tentato di opporci ricevendo le rassicurazioni del caso, ma era evidente la volontà politico-amministrativa regionale di “sorpassare” un modello di sanità.

Se ci fosse stato Marrazzo o un altro governatore di centrosinistra alla Pisana al posto della Polverini l’Ospedale di Anagni sarebbe stato chiuso lo stesso; Marrazzo lo aveva annunciato negli ultimi mesi del suo mandato, bisognerebbe ricordarlo ogni tanto. Con questo non voglio dire che dobbiamo per forza cercare una “responsabilità politica” del passato o del presente, ma constato però oggettivamente la debolezza endemica della classe politica ciociara di fronte a certe scelte.

Chi oggi, per difendere una posizione politicamente compromessa, si ostina a cercare “responsabilità politiche” del passato è, lasciatemelo dire, nemico della salute degli anagnini e degli abitanti dell’area nord della Provincia. Giusto qualche giorno fa ho scritto al Ministro della Salute, al Presidente della Regione ed al Direttore della ASL Frosinone chiedendo di restituire agli anagnini il loro Ospedale, non solo in funzione dell’emergenza Covid ma anche per il futuro.

Alla prova dei fatti il modello sanitario basato sui grandi ospedali di zona e sui presidi territoriali ha fallito, occorre prenderne atto senza rimandare sempre, senza dire che riaprire l’Ospedale di Anagni è impossibile né conveniente quando i locali sono già pronti ed attrezzati.

Addirittura il Comune si era offerto di pagare le spese per i lavori di manutenzione e riadattamento di alcune ali del nosocomio; non è bastato per smuovere la burocrazia politico-sanitaria regionale. Una cosa è certa: non si fa cassa sulla salute delle persone, a maggior ragione ora che nel Lazio ci sono le condizioni per investire”.

Qual è l'augurio per i Suoi concittadini in vista delle imminenti festività natalizie?

“L’augurio è che possano vivere queste festività natalizie con serenità, anche in un momento buio come questo. Possono sembrare parole scontate e difficili da attuare, ma credo che alla fine il calore degli affetti prevarrà sul freddo di questo virus”.

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