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PONTI SOSPIRATI E PONTI INTERROTTI

Aggiornamento: 23 apr 2021

Tempi dilatati per la messa in sicurezza dei cavalcavia sulla ferrovia e sul fiume

Nella poesia e nella letteratura troviamo definizioni suggestive del ponte. Octavio Paz, poeta e saggista messicano, gli dedica versi assai semplici, eppure di forte impatto emotivo: “Tra adesso e adesso/ tra io sono e tu sei/ la parola ponte”. Kafka ricorre addirittura alla figura di un uomo per descrivere il ponte: le mani di qua, i piedi di là.

Le persone gli passano sopra, finché, non sopportando il dolore dei transiti distratti, lascia la presa e precipita nel vuoto, facendo precipitare tutti i passanti. Se pensi a Genova e al Ponte Morandi sbriciolato in un batter di ali, come un fragile fuscello sospeso nell’aria, ti si accappona la pelle. E il racconto di Kafka appare come un sinistro ammonimento, tarlo ossessivo di una sciagura annunciata.

“Il fatto è che non bisogna mai dare per scontato che una congiunzione sia lì per sempre - ricorda lo scrittore e critico letterario, Silvio Perrella, nel suo bel libro “Da qui a lì. Ponti, scorci, preludi” (Ed. Italo Svevo) - Senza cura, senza rispetto, con il passare del tempo, può crollare, andare in frantumi, diventare tragica polvere”.

Parole sagge. Di qui la necessità e l’urgenza di metter mano alla manutenzione dei ponti sulla ferrovia e sul fiume Sacco che, anche da noi, a Colleferro, portano i segni del tempo. Lavori certamente ineludibili, dunque. Una messa in sicurezza che non poteva ulteriormente essere rimandata. Stiamo parlando dei due ponti di accesso alla città, quello dello Scalo e l’altro di via Carpinetana Nord, il primo chiuso del tutto e l’altro chiuso parzialmente, per consentire lo svolgimento dei lavori.

“Quando a Primavera (n.d.r. siamo nel 2018) abbiamo pensato di mettere mano al ponte di via Romana Vecchia - dichiara il sindaco Sanna - nessuno immaginava di trovare quello che abbiamo trovato.

A Genova non era ancora accaduto nulla e in Italia, come a Colleferro, non si parlava di ponti. Quando la ditta invece ha iniziato i lavori, chiudendo il ponte al traffico e iniziando a scoprire i ferri, si è accorta che i ferri erano quelli di prima della guerra. Abbiamo chiesto il parere dei Vigili del Fuoco ed è emerso che, una volta restaurato, il ponte potrà essere usato soltanto come passaggio pedonale”. Insomma, ci vuole un ponte tutto nuovo.

Diverso il discorso per il ponte sul tratto viario che da Piazzale Matteotti porta alla via Casilina. Qui la competenza è delle Ferrovie. Per questo ponte i lavori sono iniziati, terminati e poi ripresi.

Ma, a tutt’oggi, ancora non conclusi. Eppure, una ordinanza emanata dalla Polizia locale, istituendo il senso unico in quel tratto, aveva fissato la data del 30 dicembre scorso per il ripristino della viabilità.

Ovviamente, in concomitanza con la fine dei lavori di manutenzione effettuati dalle Ferrovie. Siamo a marzo, e ancora non sappiamo se e quando quei lavori termineranno, senza, si spera, essere ripresi dopo un breve lasso di tempo. Come già avvenuto.

Così, Colleferro continua ad essere parzialmente isolata. Né risulta avviato l’iter di realizzazione del nuovo ponte sul fiume, anche quest’opera annunciata dal sindaco il cui finanziamento dovrebbe essere a carico della Città Metropolitana.

Ponti sospirati e ponti interrotti. Un bel guaio per i residenti.


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