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Se la scuola non aiuta

Noi, la generazione del Duemila


La scuola, l’istituzione più tossica che esista a mio parere, il posto che trasforma il valore dei giovani in numeri.

Quante volte c’è capitato di sentire, che è proprio questa a doverci dare una preparazione per affrontare la vita futura e a darci un’altrettanta formazione? Tantissime.

Quante volte è stato così? Poche.

Di quello che ci servirà in futuro diciamocelo ci da ben poco; non fa altro che tarpare le ali, e soffocare i sogni. Credo, sulla base della mia esperienza, che i veri valori della vita si imparino da soli, nel corso del tempo, e non di certo stando sui banchi di scuola poiché nella maggior parte dei casi siamo noi a doverli insegnare ai docenti.

Al giorno d’oggi infatti questi sono più interessati a portare a termine il programma piuttosto che preoccuparsi della salute dei loro alunni, delle loro passioni.

E necessità, e di metterli di fronte alla realtà che li circonda; anzi quando vedono che questi non ce la fanno più, appesantiscono ancora di più il carico, soprattutto nei confronti di coloro che hanno più difficoltà.

In una classe è chiaro che ci saranno ragazzi più bravi e meno bisognosi di aiuto in alcune materie ed altri in altrettante, ognuno è più portato per alcune discipline piuttosto che di altre.

Ma Invece di premere su coloro che hanno maggiori problemi si da spazio solo a coloro che stanno avanti, così che gli altri sono automaticamente incapaci. Tante materie da fare, corrispondenti ad altrettante ansie, insicurezze, e paure che ci logorano dentro, con la scusa che tanto “dobbiamo adattarci “e che alla nostra età è impossibile usare termini del genere perché attacchi di panico e ansia per la paura del giudizio, sono tutte scuse.

In fondo per molti lo studio, è il nostro unico dovere e nostro unico pensiero, quindi di conseguenza si rinuncia alla nostra salute mentale.

Dobbiamo sempre adattarci a sentirci inferiori e incapaci, a subire critiche, a non avere più un briciolo di libertà per coltivare le nostre passioni in quanto se non stiamo sui libri almeno 6 ore al giorno siamo falliti e non andremmo mai avanti.

Risentire dei loro cambi d’umore perché? Molti abusano del titolo che hanno per riversare problematiche su di noi, e a soffocare ogni tipo di dialogo. Sembra impossibile ormai trovare insegnanti con un briciolo d’umanità, che invece di considerarci oggetti, ci considerano persone, ci vengono incontro nelle nostre esigenze e si mettono in discussione. Filosofia, matematica, italiano, scienze, e tanti altre materie, tutte per il giorno dopo, è solo questo che conta. Non è una realtà parallela questa, perché di ragazzi che soffrono molto per la scuola ce ne sono, alcuni si tolgono addirittura la vita per l’eccessivo stress e carico, o perché pensano di non farcela.

Smettiamo di pensare allora che la scuola capisca i giovani, quando la stessa monete vista da un’altra prospettiva, può avere sfaccettature diverse.




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