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Tari, tassa sempre più su servizi sempre meno efficienti

Anche a casa dei colleferrini è arrivata la richiesta di pagamento TARI e, con sorpresa, vista la continua campagna di efficienza sulla raccolta differenziata “porta a porta” promossa un pò ovunque e specialmente sui social dagli amministratori locali, le tariffe delle utenze domestiche e non domestiche sono aumentate di circa il 3% rispetto al 2021.

Sembra, da quanto presentato in Consiglio Comunale del 14 aprile scorso, al momento dell’approvazione delle nuove tariffe, che tale aumento sia stato necessario per coprire il disallineamento con il PEF di circa 160mila euro e per gli alti costi sostenuti e non riassorbibili diversamente, per esempio, dovuti al costo dello smaltimento presso gli impianti e allo smaltimento degli ingombranti presso la discarica, che nell’era COVID sono cresciuti a dismisura, con una spesa che è salita da 40mila euro nel periodo pre-covid a ben 120mila, incremento forse attribuibile anche delle numerose ristrutturazioni incentivate dai vari bonus edilizi.

E’ stato anche evidenziato in Consiglio che la comunità di Colleferro ragiona ancora in maniera individualista, della serie; “io butto il secco residuo tutti i giorni, quando mi pare a me, tanto non me ne frega niente…” con impatto su tutta la collettività, e che serve una maggiore collaborazione dei cittadini, perché c’è ancora chi dice: “Io voglio fare come voglio e poi non voglio neanche pagare”, evocando così una immagine di una parte della cittadinanza colleferrina che lascia davvero un pò a desiderare, e che risulta un pò frustrante per i tanti, sicuramente anche tra i nostri lettori, che invece fanno la differenziata con passione e serietà - e allora c’è chi lava anche il vasetto dello yougurt o la scatoletta del tonno pur di buttarla nel sacco giusto, con il terrazzino invaso dai sacchi, e accettando di avere la soglia di casa invasa di spazzatura a sere alterne!

Insomma anche questa scarsa responsabilità dei cittadini sembrerebbe essere un tema caldo, enfatizzato nel presentare al Consiglio comunale l’aumento del 3 per cento, da suddividere su tutta una comunità, che ha la responsabilità della produzione dei suoi rifiuti, aumento che “si nota e non si nota”, quasi paragonabile a un adeguamento Istat!

Peccato per questo aumento che invece pesa sulle tasche dei colleferrini in egual misura, sia sulle utenze domestiche che su quelle non domestiche, cioè le imprese e gli artigiani, categorie che sostengono la crescita del nostro tessuto sociale, in un contesto già provato duramente dagli aumenti dei costi dell’energia elettrica, del gas, dei carburanti, e dei beni di prima necessità.

Encomiabile e in controtendenza ciò che avviene in altri Comuni sul tema TARI sul territorio italiano, per esempio, in ordine sparso: a Milano si rileva per il 2022 un decremento medio di circa il 4% per le utenze domestiche e di circa il 3,5% per le utenze non domestiche; a Tivoli è stata deliberata una riduzione media della TARI del 6%; a Frosinone l’amministrazione è riuscita a ridurre le tariffe, rispetto al 2021, in media del 5% per le utenze domestiche e del 3% per le utenze non domestiche.

Siamo ancora lontani dal virtuosismo dell’economia circolare che parte da una buona raccolta differenziata, lontani dagli obiettivi di Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare l’obiettivo 12 “Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo” che aspirano a ridurre la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, riduzione, riciclo e riutilizzo, con una svolta verso la green economy, dove centrale diventa anche il tema della prevenzione, senza voler sminuire l’ottimizzazione delle risorse e l’adozione di modelli di maggiore efficienza da parte delle amministrazioni, tra l’altro obiettivi importanti del PNRR e della "rivoluzione verde” e della transizione ecologica.

Nel frattempo... Totò direbbe...” e io pago”!



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