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DALLA LOGISTICA ALLA VALORIZZAZIONE DELLA EX BPD

Aggiornamento: 5 mag 2021

Spazio ma anche Logistica, Design, Creatività, Comunicazione e Manifattura di qualità. Se combinati bene questi ultimi elementi potrebbero davvero far ripartire la nuova Colleferro.

Negli anni novanta, complice l’uscita drammatica dalla prima fase di industrializzazione e per la realtà dei tempi, attrarre con incentivi investitori esterni a impiantare linee di produzione a Colleferro e dintorni sembrò e fu di fatto una soluzione alla crisi economica ed al problema del lavoro.

Peccato che finita la convenienza a produrre nella nostra zona, sia poi stata immediata (e logica ) la delocalizzazione di alcuni degli stabilimenti produttivi in aree e paesi che offrissero incentivi più alti ed in definitiva costi di produzione più bassi. Nel frattempo si perdeva (ma il processo era in atto già da lungo tempo) la capacità di realizzare cose (e di pensarle).

Quelle abilità che i nostri padri avevano sviluppato frequentando le scuole professionali come l’Avviamento e che con la progressiva dequalificazione di quel tipo di formazione e l’illusione di poter scalare la scala sociale con la formazione scientifica, classica e l’educazione universitaria sono andate perdute.

Risultato: un numero importante di laureati e persone qualificate che non hanno trovato e tuttora non trovano (per lo meno in zona) sbocchi lavorativi per assenza di opportunità.

Paradossalmente al nord (soprattutto nella cosiddetta locomotiva del nord-est) è avvenuta una cosa diversa. La capacità di “fare le cose” non è mai andata perduta, le scuole professionali sono sempre state di livello elevato e molto frequentate, e ciò che ha caratterizzato l’economia è stata una miriade di piccole imprese che non hanno certo mandato missili nello spazio, ma facendo panettoni, mutande, caldaie, macchine per il caffe, tortelli, mobili e, facendoli bene, sono state capaci di dare lavoro a centinaia di migliaia di persone avendo però, salvo eccezioni, un mercato prevalentemente italiano.

Ora però i tempi sono di nuovo cambiati e si aprono nuovi scenari.

Oggi ogni azienda, in qualsiasi parte del mondo, ha potenzialmente gli strumenti per accedere ad un mercato di dimensioni planetarie. Al tempo stesso può avere fornitori in qualunque parte del mondo. Ma ha anche concorrenti che arrivano da ogni dove!

La qualità (buona manifattura), ma al tempo stesso la capacità di innovare rapidamente (creatività, design), di far conoscere il proprio prodotto attraverso una efficace comunicazione globale (altro che cartelloni pubblicitari !) e di poterlo far arrivare ai clienti dislocati in ogni parte del mondo (logistica) sono la chiave della cosiddetta terza rivoluzione industriale!

Oggi in Italia cosa succede ? Nel nord est molte aziende sono tuttora in grado di realizzare buoni prodotti a livello di manifattura, ma parecchie hanno gravi mancanze a livello di Design ed Innovazione (ci si deve confrontare continuamente con le fucine creative di Germania, Olanda, USA, UK ed ultimamente anche il Far East dove la buona formazione scolastica ed il melting pot di culture diverse fungono da catalizzatori), non hanno un numero sufficiente di laureati qualificati nell’informatica, nelle tecniche di gestione, nella logistica, spesso non hanno personale in grado di parlare le lingue straniere.

Non sanno proporsi al livello di altre aziende presenti nel mercato globale, non sanno comunicare la bontà del loro prodotto! Molte di queste hanno smesso di soffrire la crisi: sono semplicemente sparite.

In centro e sud Italia non mancano certo laureati, ingegneri gestionali, creativi, giovani che conoscono le lingue ma.... mancano le aziende ! Le grandi aziende multinazionali sono andate a produrre altrove ed a gestire ed innovare dalle fucine creative di cui sopra.

Logistica, Design, Creatività, Comunicazione, gestione e rinnovata Capacità Manifatturiera sono gli ingredienti che dobbiamo portare a Colleferro.

Tra questi, sicuramente lo sviluppo di una rinnovata capacità manifatturiera è il fattore che richiederà più tempo. Un fattore dal quale non si potrà prescindere in futuro. Tuttavia si può partire da una considerazione altrettanto vera: ci sono prodotti che generano una ricchezza non tanto legata alla produzione dell’oggetto quanto legata ad un valore aggiunto intangibile ma spesso presente e preponderante: la creatività, il design, la efficace comunicazione.

Quando spendiamo 1000€ per un IPhone, una minima parte va a chi lo produce in Cina, Il resto va in California a chi fa il marketing, il design, la concezione dell’oggetto.

Queste ultime cose sono quelle che alla fine avranno prodotto la maggior parte della ricchezza per il luogo di origine.

Di fatto, un domani, la fabbrica dalla Cina potrebbe essere spostata in India, con buona pace per i cinesini che oggi producono l’oggetto del desiderio!

Ora, a Colleferro, qualcuno ha già pensato fin dalla fine degli anni 90 alla logistica innescando un processo che ha già dimostrato di funzionare e che va portato sicuramente avanti (magari con una maggiore attenzione all’impatto ambientale di quanta non ce ne sia stata con i mega capannoni di Amazon).

L’area industriale ex BPD, avrebbe poi un potenziale enorme.

Dalle esperienze riscontrabili in nord Italia ed altri paesi del mondo, queste aree industriali dismesse e rinnovate costituiscono una forte attrattiva per studi di Architettura di fama, Designer industriali, agenzie di comunicazione, sviluppatori di software e piccole start-up manifatturiere e non.

Attenzione a non disdegnare le piccole start-up manifatturiere!

Oggi anche un piccolo artigiano locale può acquistare componenti dai migliori fornitori al mondo, realizzare un prodotto di eccellente qualità e notevole valore aggiunto per poi finire a venderlo al prezzo che deciderà, sul mercato in grado di recepirlo.

Se nell’area della ex BPD si attuasse una riqualificazione in grado di generare le condizioni per combinare i suddetti ingredienti, si aprirebbe la porta verso un nuovo modello di sviluppo.

In quei luoghi, Il futuro si riaggancerebbe idealmente al passato, ripristinando la continuità con quella spinta che, caratterizzando lo spirito dei primi pionieri, fu capace di dare vita ai racconti migliori della nostra comunità.

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