L'atleta a 38 anni si aggiudica il titolo tricolore nella antica disciplina thailandese.
Tiziano Vari
Il Monocolo ha intervistato Tiziano Vari, vincitore del titolo italiano di muay thai di WMC (World Muaythai Council), organismo internazionale che disciplina tale sport da combattimento. Arrivato a 38 anni, questa vittoria rappresenta per Tiziano, sia come persona che come atleta, “una ciliegina sulla torta” per chiudere con successo una carriera più che ottimale.
La sfida, che ha visto il successo di Vari, si è tenuta domenica 23 ottobre 2022 presso la Stazione Birra, ampio locale sito in via Placanica, Roma.
L’evento è stato organizzato dalla FederKombat di cui Vari è direttore tecnico e dalla Colonnese Promotion.
Forniamo innanzitutto ai nostri lettori un framework della disciplina del muay thai; che cos’è il tuo sport e chi è Tiziano Vari?
Pratico arti marziali da quasi venti anni e da qualche anno ho aperto una struttura dedicata agli sport da combattimento qui a Colleferro; io nello specifico insegno e pratico il muay thai, un’arte marziale tailandese in cui vengono utilizzate tutte le parti del corpo e in più comprende anche la lotta corpo a corpo. Si tratta di un’arte antica che ha centinaia di anni. Nel 1945 il muay thai ha subito un’inversione di rotta; da arte marziale è diventata sport da combattimento. Io faccio parte di una delle federazioni più importanti d’Italia, la FederKombat, riconosciuta dal CONI, e se tutto va bene il muay thai tra qualche anno sbarcherà alle Olimpiadi. In questa federazione ricopro il ruolo di direttore tecnico. Io ho anche una società sportiva tutta mia a Colleferro, la Rash Academy Fight Club, nata nel 2018 e sita in Via Torquato Tasso, 9. Questa realtà, nonostante gli impatti del Covid-19, può godere di un buon numero di iscritti.
Quali sono stati gli step che ti hanno permesso di vincere il titolo italiano di muay thai di WMC?
A marzo 2022 ho preso parte ai campionati dilettanti che si svolgono dentro un palazzetto, dove si combatte con le protezioni e inoltre si è divisi in categorie; in quell’occasione ho vinto quarti di finale, semifinale e finale e ciò mi ha dato la possibilità di salire nel ranking nazionale e ciò mi ha consentito di staccare il biglietto per combattere per il titolo promozionale per la cinta (il titolo italiano di WMC) che ho poi vinto. Quest’anno è proprio da incorniciare.
Quest’ultimo titolo vinto che cosa ha rappresentato per Tiziano Vari come persona e per Tiziano Vari come atleta?
Per me tutto perché io ho 38 anni e mezzo; mi sono sempre formato da solo perché il mio maestro, Gianluca Colonnese, si trova a Roma e mi segue soltanto nei match più importanti. Per me questo titolo è stato tutto; è stato il mio ultimo match perché a 40 anni per legge devo smettere. Ora c’è il mio ritiro anche perché sono arrivato all’apice di una carriera costruita da solo. Ora sto aspettando solo che aggiornano le posizioni, perché dopo questa vittoria dovrei essere il primo nel ranking nazionale.
Mi sto ritirando anche perché ho tanti ragazzi da seguire in questa disciplina, ho un’attività da portare avanti, ho un bambino di due anni; ora mi dedico ai miei ragazzi. Già essere arrivato a poter combattere per un titolo italiano alla mia età, dopo tanti sacrifici, è stato un gran successo.
Io ho sfidato il campione in carica, ovvero colui che da due anni deteneva il titolo; ci avevo già combattuto due anni fa pareggiando. Per me questo titolo era diventata un’ossessione perché non potevo fallire. Si è trattato di una sfida con me stesso e infatti non ho mai preparato in vita mia un match in questo modo che è durato appena 50 secondi. Mi sono preso addirittura un periodo dal lavoro per concentrarmi su questa sfida. Per preparare questo match sono stato a zero vita sociale e sono mancato a famiglia e a ragazzi che alleno e preparo. Dietro quei 50 secondi di sfida ci sono stati a monte una serie di rinunce e mancanze. Ora ho promesso ai miei ragazzi di essere a loro completa disposizione.
Andando oltre il titolo italiano conseguito, quali sono la cultura e i valori veicolati dal muay thai alla luce di coloro che pensano che uno sport da combattimento alimenti comportamenti violenti nelle città, causando situazioni di disordine pubblico?
Il minimo comun denominatore di ogni disciplina sportiva è rappresentato dal rispetto e l’educazione verso l’avversario. I valori che gravitano intorno a questo sport sono racchiudibili nell’acronimo della mia associazione sportiva: Rash. Questo nome condensa quattro elementi che sono anche i quattro valori che orbitano intorno al muay thai, quali: Respect (Rispetto), Art (Arte), Sacrifice (Sacrificio) e Honor (Onore). Il rispetto lo dobbiamo insegnare noi, in qualità di maestri, ai nostri ragazzi. La nostra disciplina è un’arte marziale che va usata solo per difendersi o per difendere qualcuno. L’arte marziale deve essere rispettata e ciò vuol dire rispettare il compagno di allenamento, il maestro, l’avversario e tutte le persone interne ed esterne alla palestra. Onorare il muay thai significa non usarlo quando non serve.
I picchiatori di strada non hanno nulla a che vedere con l’arte del muay thai. Arrivo a sostenere questo dal momento che sulla disciplina in questione detengo un bagaglio sia teorico-culturale che pratico grazie alla mia esperienza ventennale. Sono stato dieci volte in Thailandia dove ho conosciuto i grandi maestri di questo sport e condotto anche dei seminari.
Sarai quindi prossimo al ritiro; quale sarà il tuo compito ora nel muay thai?
Ora dovrò gestire i miei ragazzi trasmettendo loro quotidianamente i valori del rispetto, dell’arte, del sacrificio e dell’onore propri di questa disciplina da combattimento.
Ora che ho coronato il sogno del titolo italiano, voglio trasmettere un messaggio ai miei ragazzi: “Tutto è possibile; non è mai tardi per iniziare e il sacrificio viene sempre ripagato. Se veramente si vuole ottenere qualcosa non bisogna mai gettare la spugna. I giusti ingredienti sono: tempo, sacrificio e impegno”. Le idee che mi ha fornito questo sport tagliano trasversalmente tutti gli altri ambiti della mia vita: dalla famiglia al lavoro. Il muay thai diventa un vero e proprio stile di vita.
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