SEGNI - A Segni c’è un Museo Archeologico? Ebbene ci sono ancora alcune persone, di Segni per giunta, che si pongono questa domanda o, pur conoscendone l’esistenza non hanno mai avuto la curiosità di “passeggiare” all’interno del suo percorso espositivo. Del perché di tutto questo ci siamo più volte interrogati e le risposte sono molteplici. Ma nonostante tutto, sabato 16 marzo scorso abbiamo festeggiato i 23 anni dalla sua apertura al pubblico (quasi un quarto di secolo!).
Una celebrazione particolare che si è svolta all’interno della città, in alcune delle principali aree archeologiche e visitando complessi architettonici e monumentali che rendono la nostra città un vero e proprio museo a cielo aperto. Il perché di questa scelta è molto semplice: fin dalla sua prima apertura il Museo, infatti, era stato pensato come prima tappa, necessaria per poter poi percorrere i vari itinerari di visita che si snodano all’interno del moderno centro storico e comprendere i numerosi monumenti d’età antica e medievale ancora perfettamente conservati e visibili. Questi monumenti oggi sono inseriti all’interno del Parco Archeologico Urbano “Segni Città-Museo”, riconosciuto in O.M.R. (Organizzazione Museale Regionale) dalla Regione Lazio dal 2020, un parco archeologico vissuto e unico nel suo genere e di cui prendersi cura.
Nella visita alla città ospiti d’eccezione, che oltre ai monumenti, ci hanno fatto ripercorrere la storia della nascita della ricerca archeologica nella nostra città, un percorso iniziato negli anni ’80 dello scorso secolo e che ancora oggi non si è fermato.
Siamo stati rapiti e incuriositi dai racconti di Monica di Gregorio, funzionario storico dell’arte nella Direzione Regionale dei Musei, all’interno della Cattedrale; di Luca Attenni, Direttore dei Musei Archeologici di Alatri e di Lanuvio, che ci ha parlato dello studio e delle problematiche relative all’opera poligonale, comunicando progetti ambiziosi e per i quali si sta già lavorando in accordo; di Massimiliano Valenti, Direttore dei Musei di Artena e Albano Laziale, all’interno del criptoportico e di Margherita Cancellieri, Direttore del Sistema Museale Urbano di Priverno e responsabile scientifica dei primi scavi sull’acropoli di Segni negli anni 1985-1989, a cui dobbiamo l’avvio vero e proprio della ricerca archeologica a Segni, insieme al Prof. Gianni Maria De Rossi, scomparso pochi anni fa e che ricordiamo con affetto.
La visita si è conclusa al Museo Archeologico con Francesco Maria Cifarelli, Direttore del Museo dal 1996 al 2014, Michelangelo Bedini, Arch. Progettista, Henry Ccuno, Presidente dell’Associazione Amici del Museo.
A concludere la serata l’intervento del Sindaco, on. Silvano Moffa, a nome di tutta la giunta presente, che ha puntato l’attenzione sul potenziamento del patrimonio archeologico e artistico attraverso azioni mirate e volte alla valorizzazione e massima divulgazione, attraverso progetti e collaborazioni nazionali e internazionali.
Ad arricchire il percorso espositivo, per l’occasione, la bellissima e coinvolgente collaborazione dei componenti dell’Associazione “Arte in Centro”, con le opere uniche di Alessandra Ionta, Alessia Bozzi, Antonella Malandrucco, Caos, Claudio Priori, Cristina Ciotti, Giusi Lorenzi, Gustavo Mastrodomenico, Luk Ferrò, Nicola Fagnani e Roberto Colaiori, che rimarranno esposte per tutto il mese.
La festa del compleanno si è avvalsa della collaborazione e dello spumeggiante entusiasmo del Bar Centrale e della professionalità, della bravura e della creatività di Riccardo Bonanni, che ha proiettato, in prima assoluta, un videomapping ispirato all’evoluzione dell’arte del mosaico tra passato e futuro.
Sono passati 23 anni, anni in cui il nostro patrimonio è cresciuto inaspettatamente, che le ricerche in campo archeologico hanno portato a risultati sorprendenti, a volte riscrivendo pagine della nostra storia, anni in cui il Museo ha visto coinvolti studenti, studiosi, Istituti di ricerca di livello nazionale e internazionale.
Il nostro patrimonio è conosciuto e studiato in numerose Università italiane e straniere, un patrimonio di cui occuparsi e di cui andare orgogliosi. Un museo, come dice la definizione di ICOM (International Council of Museums), che è un’istituzione culturale, punto di riferimento del territorio, al servizio della società e del suo sviluppo: un Museo come il Museo Archeologico Comunale di Segni in cui sono cresciute generazioni di ragazzi attraverso la sua attività didattica, che ha supportato e formato studenti per corsi di laurea e specializzazione, che è aperto a un pubblico vario e di tutte le età, attraverso la sua incessante attività divulgativa, creando eventi e manifestazioni con la collaborazione delle molte realtà associative presenti.
I momenti difficoltosi non sono stati pochi, anche di stop e di chiusura, ma questo non ha mai fermato il Museo e tutti quelli che ruotano attorno a questa struttura, che rappresenta di fatto la radice imprescindibile della nostra identità culturale: con questo spirito ci prepariamo a festeggiare i 24 anni, continuando a progettare, sognare e realizzare per la città e con la città di Segni.
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