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Becket e la chiesa di S. Lucia


SEGNI - Era una fredda giornata di febbraio quando la città di Segni, che sovente ospitava Papa Alessandro, vide un cospicuo afflusso di cardinali, vescovi, abati, conti e nobili provenienti da tutto il territorio della Campagna.

Quei Segnini che si incontrarono con l’augusto corteo erano già stati avvisati che quel 21 febbraio si sarebbe celebrata nella chiesa di S. Lucia la Messa di canonizzazione dell’arcivescovo Thomas Becket, che tre anni prima, nella sua cattedrale in Inghilterra, era stato assassinato da quattro baroni di re Enrico II. E se tanti popolani riuscirono ad entrare nella chiesa e parteciparono devotamente alla cerimonia, tanti altri attesero nell’ampio piazzale il momento di acclamare il nuovo santo.

Durante la concelebrazione si respirava un’atmosfera di solennità e di partecipazione che da sole rivelavano quanto l’arcivescovo Becket fosse amato e stimato anche qui in Italia.

Nell’omelia Papa Alessandro definì l’Inghilterra luogo fortunato in cui Dio operava miracoli per i meriti del martire Tommaso.

Per i Cristiani di ogni terra l’esempio del presule era motivo di grande gioia.

Egli che fu già ammirevole durante la vita, era ora glorificato dal martirio e risplendeva nel consesso dei Santi, a sicuro vantaggio della Chiesa pellegrinante. Il Pontefice ricordò che dopo aver ascoltato numerosi chierici e laici, avendo anche consultato diversi vescovi, alla fine aveva decretato di iscrivere Tommaso nell’albo dei Santi, fissandone la celebrazione al 29 dicembre, giorno del suo assassinio nella cattedrale di Canterbury.

La presenza di così numerosi membri della Curia e della nobiltà locale, il risuonare del canto gregoriano, solenne e meditativo, l’incenso che profumava l’aria e la particolare atmosfera sacra suggerirono a molti che proprio così doveva essere il Paradiso…

 Terminata la celebrazione Papa Alessandro si recò con il seguito di vescovi e nobili sulla scalinata della chiesa e lì ripete ai presenti l’avvenuta beatificazione di Tommaso, invitando il popolo a venerarlo con la preghiera ma anche ad amarlo con una vita sinceramente cristiana. E le parole del Pontefice fecero una tale presa sui presenti che molti furono visti piangere per la commozione. Quel 21 febbraio fu per la Perla del Lepini una giornata veramente memorabile, non soltanto perché Segni legava per l’eternità il suo nome a quello del famoso vescovo albionico, ma anche perché aveva di nuovo ospitato un altro grande della Storia, quel Papa Alessandro che tre anni dopo si sarebbe scontrato con il Barbarossa appoggiando i comuni lombardi, che per riconoscenza chiamarono Alessandria una città appena edificata!



 

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