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Belloni, Segni adotta un poeta vivente. Presentata una originale iniziativa culturale


SEGNI - Fino ad ora non era mai successo che un Comune potesse adottare un Poeta vivente.

Il Comune di Segni, primo al mondo, lo ha fatto addirittura con un atto deliberativo: n. 157 del 13 settembre 2023.

Stiamo vivendo un passaggio epocale di sistema che modifica principi, relazioni ed azioni. 

Ad una crescente e veloce trasformazione della società si accompagna un forte cambiamento di modelli culturali e stili di vita.

Sospinti anche dalla digitalizzazione e in parte dall'alta tecnologia che alle formidabili innovative opportunità, lancia nuove sfide per chi ha la responsabilità democratica di governo locale, dei territori e delle comunità.

Il comune di Segni per tradizione, ha tra i propri fondamenti il riconoscimento, la protezione e la trasmissione della cultura in ogni sua forma e accezione. Privilegiando linguaggi ed espressioni che altrimenti rischierebbero la marginalizzazione e l'oblio, cancellati da culture globalizzanti “fast” non rispettose del “local”.

La cultura e le sue scelte di campo, oggi è sempre più che mai centrale per i destini del “buon vivere”.

E il futuro di “qualità” per ogni città e borgo è il collante imprescindibile e necessario. Se poi viene declinata in progetti e azioni innovative, diviene supporto essenziale per il sociale e l'economia locale. A Segni, a pochi chilometri da Roma è nato un nuovo modo di generare cultura. Le ideologie sono risultate spesso inadatte e inadeguate con le teorie sociali ed antropologiche.

E proprio per questo motivo si e’ voluto ripartire dalla comunità. E dalla scuola. Perché se va male la scuola va male tutto il paese. Il 27 marzo u.s. nel salone della scuola secondaria di primo grado, don Cesare Ionta, il  sindaco di Segni, l'onorevole Silvano Moffa, insieme a Camillo Sbarzella presidente dell'Associazione culturale Itinesegni, motore dell'iniziativa, con Annalisa Ciccotti, responsabile della Biblioteca, Maurizio Sparagna dirigente dell'istituto comprensivo, al vescovo emerito della diocesi Segni-Alatri, Lorenzo Loppa e a Giuseppe Raviglia, presidente del Comitato locale Soci BCC Roma, hanno presentato alla comunità “ ADOTTA UN POETA VIVENTE”. I protagonisti non solo della giornata ma anche di un breve seminario, svoltosi nel mese precedente sono stati i ragazzi della 3 media. Durante l'evento, gli insegnanti di musica insieme ai ragazzi di tutto l'Istituto hanno eseguito dei brani che hanno fatto salire l'emozione ai massimi gradi.

 

Abbiamo chiesto al poeta e collaboratore del Corriere della Sera Giuliano Belloni i motivi che hanno generato questa svolta culturale

Ritengo che questo sia il momento della poesia. Cos'è la poesia?

È una forma di ascolto. E anche un'opportunità di credere nei sogni. È anche un modo originale di rinnovare la patente e la licenza del desiderio di vivere e di impegnarsi.

Papà Francesco ha chiamato questo modo originale dei poeti di presenza nelle scuole, come poesia sociale. Cos'è allora la poesia sociale?

È la capacità di organizzare la speranza. La speranza è plurale. È creatività e la creatività sta al servizio della comunità. È la grande voglia di sognare e far sognare che esiste ed è possibile una nuova Umanità.

 

Ci spieghi meglio questo nuovo istituto: Adotta un poeta.

Adotta un poeta proviene dall'invito di Omero. E’ un messaggio che dura da quattromila anni e che ha un valore eterno. Il senso dell'Odissea è creare comunità dove la comunità si è persa. Direi che poi in ultima analisi è anche il senso della letteratura.

Il poeta che sarà adottato dovrà aiutare l'amministrazione comunale in percorsi di promozione della lettura, in collaborazione con la biblioteca presente nel territorio. Contribuendo in ultima analisi a costruire reti, stimolando buone pratiche.

 

Perché dovremmo amare e conoscere la poesia?

Perché la poesia ci fa apprendere l'arte di essere mortali. Ulisse ha speso dieci anni per fare la guerra di Troia e altri dieci per ritornare a casa. Ecco il primo dono che ci fa Omero è questo.

Ognuno di noi ha una propria Itaca nel cuore. E questo è il motivo che rende la lettura dei classici attuali. Perché parlano all'uomo moderno. Il giornale che noi compriamo, la sera è vecchio. Omero invece da quattromila anni è attuale. Perché?

Ci insegna come stare al mondo.

 

Il futuro allora contiene speranza?

La speranza è il futuro della poesia e della vita.

Non è una tecnica di suggestione come affrontare la vita ma la capacità di stare dentro e fuori al presente. Da innamorarsene.

Significa essere visionari che non è avere visioni ma scorgere il possibile dove tutti vedono l'impossibile.

Michel Simonet, uno spazzino francese che per 30 anni metteva una rosa fresca sul suo carretto come fosse una bandiera. Lui trovava il bello in mezzo alla sporcizia. La strada è il luogo dove faceva accadere la speranza.

A noi non viene chiesto di salvare il mondo ma lo spazio, dove viviamo.

Prima ci si sentiva comunità ancor prima di essere cittadini. Perché sono le storie che ci rendono unici. E Segni ha cominciato a tessere. Come fa un poeta.



 

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