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Segni entra nei grandi progetti dei beni culturali. Fondi dal ministero per il rilancio dell'area archeologica

Moffa: "È un grande risultato. Abbiamo avuto un finanziamento di quasi tre milioni di euro. Sarà recuperato anche il convento delle Sacramentine e sarà realizzato un nuovo accesso al Ninfeo


Porta Foca

SEGNI - Segni entra nei grandi progetti dei beni culturali. Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha firmato il decreto con il quale vengono finanziati la valorizzazione e il potenziamento del Piano archeologico urbano di “Segni Città-Museo”.  Il ministro ha ricordato che i grandi progetti Beni Culturali sono una tappa fondamentale del lavoro del ministero. “Siamo riusciti ad intervenire su un insieme molto articolato di beni del nostro splendido patrimonio. Dopo una fitta interlocuzione con i vari territori sono stati scelti diversi siti in quasi tutte le regioni italiane: dal teatro Bellini di Catania al santuario di Oropa a Bielle, dal museo del libro di Napoli alla foiba di Basovizza, dal parco archeologico di San Casciano alla villa romana di Positano”.

Tra questi progetti è stato approvato e finanziato anche quello presentato dal Comune di Segni, cui andranno 2.808.261,99 euro.  Si tratta di un “grande risultato”, ha sottolineato il sindaco Silvano Moffa, “raggiunto in pochissimo tempo grazie all’impegno del ministro e alla qualità del progetto presentato”, cui hanno fornito un significativo apporto i tecnici del ministero e la direttrice del Museo, Federica Colaiacomo. Il nostro patrimonio è un unicum per qualità e valore storico, merita di essere curato e di farne il volano dello sviluppo del nostro territorio.

Il Parco Archeologico Urbano - Segni: Città-Museo, occupa il sito dell’antica città di Signia, comprende le aree archeologiche e i complessi monumentali d'età antica e medievale, ancora perfettamente conservati e visibili, che sono sintetizzati nel percorso espositivo del Museo Archeologico Comunale. Sono compresi nel Parco Archeologico Urbano il circuito delle Mura Poligonali, che circonda l’area urbana per 5 Km, il complesso monumentale dell’acropoli con il maestoso tempio di Giunone Moneta e la grande vasca circolare, uno tra i primi esempi di opus signinum, il complesso ellenistico di Santa Lucia, l’area archeologica del foro e della Cattedrale, l’area archeologica del cosiddetto tempio di Ercole e, per finire, l’area archeologica del Ninfeo di Q. Mutius, gioiello dell’architettura romana ellenistica della tarda repubblica. Per una maggiore valorizzazione e divulgazione di questo imponente patrimonio archeologico, unico nel suo genere, sono necessari degli interventi che mirano innanzitutto al miglioramento della fruibilità e accessibilità dei luoghi. L’intervento principale è quello per il potenziamento del circuito murario in opera poligonale, visitabile grazie a uno stradello pedonale che necessita in alcuni tratti dell’illuminazione (secondo i nuovi criteri di risparmio energetico e sostenibilità), di videosorveglianza e della messa in sicurezza dei parapetti esistenti e della pulizia di alcuni tratti delle mura.

Al tempo stesso è necessario uniformare l’apparato didattico-divulgativo, non solo attraverso pannelli esplicativi, con QrCode collegati con l’App già esistente del Parco, denominata #SegniArcheologia, che sarà opportunamente incrementata e potenziata con ricostruzioni virtuali, realtà aumentata, voce guida e testi di approfondimento, ma anche con la creazione, in corrispondenza delle principali porte del sistema difensivo antico, di punti di sosta con arredi urbani di designer moderno, che possono diventare delle vere e proprie sale espositive di un museo a cielo aperto.

Il percorso lungo le mura dell’antica città è il collegamento principale anche alle altre aree archeologiche, tra cui il complesso ellenistico di Santa Lucia, databile al II secolo a.C. e che è racchiuso all’interno dell’ex Convento delle Suore Sacramentine, acquistato dal Comune di Segni nel 2005. Si tratta di un vasto complesso articolato su più livelli da una serie di strutture in opera incerta di calcare e costruito a ridosso della linea delle mura.

Su questo complesso d’età romana venne edificata in età medievale la chiesa di Santa Lucia, oggi purtroppo perduta, dove nel 1173 Papa Alessandro III canonizzò Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury.

Il complesso archeologico è già inserito all’interno del percorso espositivo del Museo Archeologico di Segni e nei percorsi di visita della città antica e medievale, ma necessiterebbe di un restauro degli ambienti voltati, all’interno dei quali si conservano alcuni affreschi, probabilmente d’età medievale, purtroppo non leggibili. Inoltre, sarebbe interessante affiancare il restauro ad una pulizia archeologica e a una musealizzazione dell’area archeologica per una migliore e maggiore fruibilità da parte del pubblico, con conseguente aggiornamento della conoscenza del complesso.

In questo senso il complesso di Santa Lucia, potrebbe costituire un ulteriore “cantiere-scuola”, da avviare con la concessione e la supervisione della competente Soprintendenza e con la collaborazione con la British School at Rome.

Per la visita a questo complesso occorre trasformare, adeguare e rivitalizzare i locali dell’ex convento, che potrebbero costituire un vero e proprio centro di studi e promozione culturale per la città di Segni: un centro per la formazione e la ricerca legato al settore turistico, enogastronomico e produttivo del territorio e un punto di riferimento propulsore e innovativo per il settore prettamente archeologico e storico, valorizzando anche la figura di Thomas Becket e gli accordi, in parte avviati, con Canterbury.

Le strutture del convento e del complesso ellenistico di Santa Lucia sarebbero, in questo modo, non più degli spazi chiusi, ma restituiti alla città come un vero e proprio spazio pubblico, dotati di spazi all’aperto e al chiuso per convegni, conferenze e concerti.

L’altra area archeologica lungo il percorso delle mura poligonali, posta a poca distanza dalla famosa Porta Saracena, è quella del Ninfeo repubblicano, monumento unico al mondo per la presenza della firma dell’architetto che lo progettò: Q. Mutius.

Il Ninfeo è inserito in un contesto paesaggistico suggestivo, circondato da ulivi secolari che ne caratterizzano l’area, che andà valorizzata attraverso un percorso di accesso più agevole e collegato alla vicina area del “Lago della Fontana”, luogo che sino al 1932 costituiva per la città di Segni il principale punto di approvvigionamento idrico, topograficamente legato al territorio di fondovalle attraverso la storica via Della Mola (riconosciuto tra i sentieri storici CAI).

Infine, indispensabile è l’adeguamento del percorso espositivo del Museo Archeologico Comunale, attraverso un ammodernamento e aggiornamento di alcuni settori. In modo particolare è necessario inserire all’interno della narrazione museale i risultati delle ricerche condotte dal Museo negli ultimi 15 anni, oltre alle nuove collezioni in deposito presso i magazzini dello stesso. L’allestimento del Museo è infatti fermo al 2006, mentre l’attività di ricerca e di studio è proseguita in maniera esponenziale, riscrivendo in parte pagine della storia della città e restituendo altri complessi archeologici, in particolare con il triennio degli scavi del Segni Project, in collaborazione con la British School at Rome e con l’acquisto e lo scavo del Ninfeo di Q. Mutius. Il percorso espositivo è allestito all’interno dello storico Palazzo della Comunità, edificato nel cuore del centro storico di Segni e la ripartizione dello spazio è attuata attraverso delle strutture modulari e un sistema di illuminazione che andrebbe modernizzato, secondo i nuovi criteri di sostenibilità, e alleggerito per favorire una maggiore fruibilità delle sale e una migliore godibilità dei materiali esposti.



 

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